Description
"Prato, case, colline" è un paesaggio costruito attraverso l'uso sapiente del colore disposto con piccole e calibrate pennellate in senso verticale, come a comporre le tessere di un mosaico. Questo modo di procedere è tipico delle opere del 1966 e denota il proposito di evitare ogni approssimazione impressionistica affidando all’immagine una struttura. In questa lucida razionalità dell’impianto, l’emozione non è fermata, ma è espressa.
Il pittore ha bisogno di lasciar decantare l’immagine per impostarla chiaramente con una dominata elaborazione formale e costruttiva.
Il paesaggio è costruito, come altri dipinti di questo periodo, secondo un andamento orizzontale, lungo bande policrome astratteggianti.
Il colore è il protagonista dell'opera, ma come sostiene Guido Ballo, "il colore, in Zanella, non è mai sensuale: è come filtrato dall’intelletto”.
Predomina il verde in tutte le sue varianti e sfumature, intervallato da macchie di bruni, rossi, viola e blu. Non c’è separazione tra il cielo, la terra, le case, ma tutto è compenetrato in un’unica luce che ammorbidisce l'intero paesaggio; i colori vibrano l'uno nel riflesso dell'altro creando un senso di vivace armonia.
Zanella rivolge l’attenzione al mondo illuminato dalla luce e con il colore e le sue vibrazioni rende l'atmosfera e la luce stessa dell'aria, dissolvendo la consistenza degli oggetti e i contorni delle cose, il paesaggio diventa così un unico fluire di luce e colore, vera essenza del reale.
L’orchestrazione cromatica segue ritmi solo interni, sciogliendo in essi la suggestione dell’impressione naturale.
Il dipinto è caratterizzato da un linguaggio astratto e informale rientrante nel naturalismo lombardo con accenti di espressionismo astratto.
Silvio Zanella, oltre che pittore, fu tra i fondatori del Premio Gallarate nel 1949 e il fondatore e primo direttore della Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate dal 1966 al 1998. (GF)