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Modalità GUIDA

Aldo Tagliaferro Analisi sul feticismo e le sue componenti n.1

Misure
cm 82 x 50
Descrizione
L’opera nasce da un articolato progetto dal titolo "Analisi del feticismo", del 1976, in cui l’artista fotografa un muro di Waterlooplein – zona di Amsterdam dove ha luogo lo storico mercatino delle pulci – decorato da una moltitudine di bambole appese. L’immagine trovata, come un vero objet trouvé dadaista, viene in un primo momento installata nello spazio attraverso una soluzione formale che tende a ridimensionare la sua carica di angoscioso realismo (è scomposta a mo’ di scacchiera a costituire un ritmo quasi decorativo). In un secondo momento Tagliaferro isolerà i frammenti dell’immagine, creando una serie di foto, di “evidenziazioni” dei singoli oggetti, di cui l’opera del MAGA costituisce un esempio. Tagliaferro utilizza fin dagli anni Sessanta la macchina fotografica come strumento privilegiato per la creazione artistica, ma è negli anni Settanta che comincia a utilizzarla come rivelatore sociale, e l’immagine che ne deriva è un brandello di realtà di forte densità simbolica. In particolare, il progetto "Analisi del feticismo", è una ricerca sulle varianti interpretative di un’immagine, dal momento in cui essa viene estrapolata dal suo contesto. Scrive in proposito Tagliaferro: “Questo lavoro è un’analisi sulle possibilità molteplici di lettura di un’immagine, quando questa è isolata dalla sua funzione specifica. Questa immagine raffigurava molte bambole appese a un muro; la loro funzione era quella di attirare la loro attenzione su un negozio. L’immagine, isolata e trasferita dal suo contesto, per la sua fisionomia offriva più possibilità di lettura soggettiva; io l’ho letta come immagine feticistica”. A proposito dell’uso concettuale che Tagliaferro fa della fotografia Vittorio Fagone parla di “atto fotografico”, considerandolo “l’affermazione di quanto esiguo, epperò invalicabile, risulti il confine tra consapevolezza individuale e realtà esteriore”. (LG)
Inventario
255
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