Descrizione
Pietro Consagra dalla Sicilia si sposta a Roma, nel 1944, per essere dentro i cambiamenti che l’arte stava vivendo, e qui conosce Turcato, Mafai, Guttuso. Nel 1947 fonda il gruppo Forma 1 con Carla Accardi, Ugo Attardi, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo, Giulio Turcato. Il manifesto di fondazione viene pubblicato sul primo e unico numero della rivista “Forma”, e in esso si dichiara: «Noi ci proclamiamo formalisti e marxisti, convinti che i termini marxismo e formalismo non siano inconciliabili. […] La forma è mezzo e fine […], il fine dell’opera d’arte è l’utilità, la bellezza armoniosa, la non pesantezza. Nel nostro lavoro adoperiamo le forme della realtà oggettiva come mezzi per giungere a forme astratte oggettive […]». L’arte, per il gruppo di giovani artisti, è basata su un’armonia di forme pure, e rifiuta, così, ogni nesso con la pittura figurativa italiana degli ultimi vent’anni, dichiarandosi astrattista e formalista. Il gruppo si scioglierà nel 1951, tuttavia l’esperienza di Forma 1, la scelta, cioè, dell’astrattismo, è il vero punto di partenza dell’arte di Consagra, ed elemento da cui non si allontanerà mai nel suo percorso artistico. La scultura è il campo di indagine prediletto, con uno sguardo diverso: non è la tridimensionalità dell’oggetto a interessarlo, ma la bidimensionalità, la possibilità, cioè, di concentrare la visione su un punto frontale, perché la scultura ha valore in sé, non condizionata dallo spazio in cui è collocata. Quando il visitatore osserva l’oggetto, instaura con esso un dialogo diretto, non mediato dalle sovrastrutture storiche che la nozione di scultura porta con sé. Si tratta, per Consagra, di una visione alternativa e profonda, in cui i rilievi, i disegni, lo scavo della materia, portano la visione all’essenzialità della forma pura. A raccontare il percorso creativo di Consagra, sempre nuovo, sia nei materiali, sia nelle dimensioni, sia nell’approfondimento concettuale, sono le diverse serie: Colloqui, Piani sospesi, Ferri trasparenti, Sottilissime, Città frontale, Trama, Bifrontali. Tutti i materiali sono strumento ideale per i suoi interventi artistici: il ferro, il cemento, il vetro, il bronzo, il marmo. A quest’ultimo dedica grande attenzione per i disegni, i colori e la resa sempre diversa che caratterizzano il materiale naturale. Anche le dimensioni variano nel corso della sua ricerca, passando da opere più intime a valori monumentali. La scultura Bifrontale, in bronzo, di piccole dimensioni, ben descrive la sua ricerca di formalismo astratto sopra brevemente descritto. Lo sguardo si confonde nelle linee informali, alcune morbide, sensuali, altre taglienti, appuntite, nelle cromie prodotte dalla diversa lavorazione della superficie, che sembra così imitare l’accostamento di due diversi materiali, un particolare campo di ricerca per l’artista. A coinvolgere lo spettatore nella visione, anche in questo caso perfettamente frontale, della piccola scultura sono, quindi, i contrasti di linee e colori, una sorta di rivisitazione dello Yin e Yang, in continua alternanza fra pieni e vuoti, una stratificazione di livelli coloristici materici concettuali. (Pamela Perillo)