Descrizione
Dopo la laurea in architettura in Cile, l’artista sceglie Parigi, dove lavora per Le Corbusier. È Dalì, nel ’37, a indirizzarlo da Breton, che orienta l’artista verso il Surrealismo. Le “morfologie psicologiche” sono trascrizioni, attraverso la scrittura automatica, di forme organiche, fluttuanti, che emergono dalla profondità della coscienza e animano lo spazio del quadro. Esse si distinguono per la particolare sensazione ludica e per il cromatismo brillante e caldo: il colore, lasciato colare, dà vita a trasparenti sfumature e guizzi di luce. Nel ’39 l’artista è a New York e diviene uno dei referenti dell’avanguardia americana di ambito informale. Dalla fine degli anni Cinquanta, tornato a vivere in Europa, le sue composizioni diventano più antropomorfe e spesso simboleggiano la disumanizzazione dell’individuo nel mondo moderno. (Alessandra Rizzi)