Descrizione
Il progetto di Tommaso Tozzi per Segnali d’Opera, mostra XIX Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate, è stato radicale al punto che oggi ne possediamo la sola documentazione. Per questa ricognizione dedicata all’arte interattiva, Tozzi ha inteso dare un contributo riformatore all’idea stessa di interattività. Il titolo del lavoro si riferisce ad un testo di Tozzi di quegli anni Cotropia: lifeware e coevoluzione mutuale. in cui l’artista affronta l’idea di un’arte del tutto nuova, sistemica, di cooperazione, di rete, di utilità relativa ad un uomo nuovo, interconnesso, dotato di nuovi mezzi, di molte identità, tutte accettabili: “Un nuovo termine potrebbe essere cotropia per intendere un’evoluzione cooperativa. Lifeware vuole rappresentare l’elemento di consapevolezza e libero arbitrio che non è presente nel software e nell’hardware. Il termine mutualista viene dalla biologia e indica quelle forme di simbiosi dove ogni parte ricava beneficio”. L’interattività di cui ci parla Tozzi è pertanto la costruzione di rapporti, di reti, di comunità acefale che si informano vicendevolmente e che collaborano ad una costruzione di senso complessivo, autonomo e plurale. La prima parte dell’opera è consistita, infatti, nella segnalazione di network, gruppi, persone, impegnati nella rete o nella vita reale a diffondere e condividere il sapere e la cultura in maniera gratuita, aperta, collettiva, molto prima della nascita dei molti blog, forum e database a cui siamo oggi abituati. Tommaso Tozzi sarà per l’appunto l’ideatore di Wikiartpedia, la Libera Enciclopedia dell'Arte e le Culture delle Reti Telematiche. La seconda parte del lavoro è stata la donazione dell’intero premio ricevuto al network “Isole nella rete”, associazione culturale dell’ECN (European Counter Network) il cui obiettivo è stato, da allora ad oggi, quello di proporre e discutere tutte le criticità e le risorse di autonomie e libero pensiero. L’operazione di Tozzi fu compresa in parte dal pubblico e dalle istituzioni, nel vizio generale di associare l’artista ai prodotti e non, come da sempre avviene, ai processi. (CFM)