Carola Spadoni Dio è morto

La contaminazione tra film e arti visive si ritrova in "Dio è morto", opera con cui l’artista approda per la prima volta alla videoinstallazione. Realizzato per il Premio per la giovane arte italiana, il lavoro è presentato alla Biennale di Venezia. Nella produzione della Spadoni, la videoinstallazione inaugura il concetto di “mise en espace di cinema” che, in linea con l’idea elaborata dall’artista di un “CinemaAlterAttivo”, mira a un coinvolgimento fisico dello spettatore nel processo di fruizione dell’opera. Il risultato è ottenuto con l’inedito formato di 32:9 del fotogramma, con l’audio dolby surround e la duplice proiezione su schermi adiacenti e angolati che ampliano l’immagine in senso orizzontale. Protagonista del video è una cowgirl, consueta immagine di autonomia e forza, che incede senza sosta ma con spossatezza in un’ambientazione western, tentando a fatica di privarsi dei vestiti che indossa e che ne designano il ruolo. L’opera è metafora della difficoltà ma anche della possibilità di un cambiamento e di una liberazione personale, ma solo a patto che si abbandonino le certezze assolute, da cui il titolo, che cita lo Zarathustra di Friedrich Nietzsche.

No

F. Bonami, L. Frisa (a cura di), Sogni e Conflitti. La dittatura dello spettatore, catalogo della mostra (Venezia, La Biennale di Venezia, L'Esposizione Internazionale d’Arte), Venezia 2003, pp. 2; 21, 531, 550-55. M. Pignatti Morano, S. Vannini (a cura di), Premio per la giovane arte italiana 2002-2003, catalogo della mostra (Venezia, La Biennale di Venezia, L'Esposizione Internazionale d’Arte), Roma 2003, pp. 53-68. M.R. Sossai, Film d’artista. Percorsi e confronti tra arte e cinema, Cinisello Balsamo 2008, pp. 44-45; 105-107.

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Premio per la Giovane Arte Italiana 2002 - 2003

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