Descrizione
Nella Città dei Mille, l’artista pensa alla figura di Garibaldi come metafora della ricerca dell’identità, oggi in continua ridefinizione in un incontro-scontro tra popoli provenienti da culture differenti, spesso in conflitto e coinvolti nella grande migrazione che negli ultimi decenni ha contribuito a trasformare questa identità e di cui anche Xhafa ha fatto parte: nato in Kosovo ha, infatti, studiato a Londra e a Firenze e ora vive e lavora a New York. Garibaldi non è così l’“Eroe dei Due Mondi”, ma un semplice uomo, da cui il titolo dell’opera Giuseppe. La scultura non è una statua imponente che ci osserva dall’alto, ma la figura di un uomo che, nel suo metro e sessanta d’altezza, non perde la grandezza del suo spirito e la sua statura morale, ricordandoci che ogni eroe è un uomo come gli altri. Xhafa sceglie ironicamente di proporre un Giuseppe con in mano delle zollette di zucchero in cerca del suo cavallo, simbolo del tempo che passa e quindi del mutamento che travolge la nostra società, che Garibaldi deve ritrovare.