Descrizione
Dopo gli studi all’accademia di Brera, le prime esperienze espositive di Adami – la prima personale è del 1959 alla Galleria del Naviglio – si collocano in un’area della giovane pittura italiana che, a stretto contatto con critici come Entrico Crispolti ed Emilio Tadini e attraverso una serie di collettive, da “Possibilità di relazione” (Roma, Galleria l’Attico 1960) ad “Alternative Attuali” (L’Aquila, Castello Spagnolo, 1962), esplora le possibilità di approdo ad una nuova “ nuova figurazione” attraverso una declinazione narrativa della pittura informale. Volgendo il proprio interesse al linguaggio visivo dei fumetti, fuso con una scomposizione di ascendenza cubista, Adami elaborò uno stile e un vocabolario espressivo che, dalla concitata frammentazione dei primi anni sessanta passò, a fine decennio, a una figurazione fredda e oggettiva, stilisticamente affine alle soluzioni di certa pop art. L’iconografia ironica e crudele di Adami venne messa a punto durante il soggiorno a New York dell’inverno 1966-1967 e i viaggi a Caracas e in Messico all’inizio del 1969, nel corso dei quali l’artista accumulò una quantità di appunti fotografici. Le stesure piatte e regolari ottenute con gli acrilici, il cui uso da parte dei pittori si stava diffondendo proprio in quegli anni, traducono sulla superficie bidimensionale della tela un universo urbano fatto di interni squallidi con illuminazioni al neon , stanze d’albergo, sale cinematografiche, e toilette pubbliche, abitati da corpi smembrati e solitari. In composizioni che attingono a una semplificazione del rapporto tra colore e disegno tipica del manifesto, lo spesso tratto di contorno nero resterà costante anche nella produzione più “letteraria” dei decenni successivi, ricca di riferimenti alla classicità e al Rinascimento. L’opera in collezione, acquistata dalle Civiche Raccolte nel 1984, è uno degli otto grandi acrilici esposti alla fine del 1969 nella personale milanese alla Galleria Schwarz. Sul retro, tra la firma e il titolo, si legge l’annotazione “Mexico 22.2.69, Arona 15.4.69”. [Mariella Milan]