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Modalità GUIDA

Mirella Bentivoglio Logos

Misure
cm 49,3 x 50
Descrizione
L’opera "Logos" è il risultato di un’azione in progress iniziata da Mirella Bentivoglio nel 1976, in occasione delle biennali eugubine a cura di Enrico Crispoliti. Per “Gubbio 76”, infatti, l’artista aveva collocato in piazza della Signoria, un oppiello, una varietà di acero, che aveva trovato abbattuto in un campo. Questo albero, per tradizione secolare, aveva la funzione di reggere la vite nei filari e per questo veniva modellato da graduali e sapienti potature fino ad assumere la forma di una coppa, un candelabro o la nervatura di una volta gotica capovolta. La tripartizione del tronco, la bipartizione dei rami via via meno voluminosi arrivavano a comporre un astratto albero genealogico. Privato della sua funzione originaria e soppiantato dai paletti in cemento, l’oppiello viene recuperato dall’artista e fatto rivivere grazie all’intervento creativo dei passanti invitati a scrivere su un foglietto un pensiero sull’albero e a fissarlo sui rami dando vita a una poesia sperimentale collettiva, la prima che sia stata composta da un’intera città. L’albero si arricchisce di nuovi valori simbolici come scrive la stessa Miralla Bentivolgio: “foglio come foglia, scrittura come nervatura della foglia, albero che di nuovo fruscia grazie al tributo degli scriventi. La sera l’albero era rivestito di piccoli fogli. Li ho ‘vendemmiati’ componendo con essi, senza nulla cambiare, una poesia collettiva che risultò simile a un’antica litania.”. La lettura pubblica di questa poesia avvenne all’interno dell’oppiello stesso che capovolto e privato del tronco veniva trasformato in un abitacolo rituale. I rami che prima svettavano verso l’alto ora come radici ritornavano alla terra restituendole energia. Nel 1993 Mirella Bentivoglio crea una fusione in bronzo dell’oppiello in legno dando forma permanente all’albero della conoscenza simbolo elementare e comune a tutte le civiltà del Logos. L’elemento naturale viene modificato fino a diventare un elemento artificiale esprimendo così la naturalità dell’oggetto e, al contempo, il continuo richiamo al nostro essere naturale. (G.F.)
Inventario
1319OA
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