Descrizione
Il lavoro di Aitor Ortiz è strettamente legato all’architettura: edifici e strutture abitative, osservati da diversi punti di vista, sono oggetto di quasi tutte le sue fotografie. Ciò che soprattutto interessa a Ortiz è il dettaglio architettonico laddove non è immediatamente riconoscibile, dove può essere utilizzato per generare una nuova forma astratta o geometrica. Quelli che lo stesso Ortiz definisce «dilemmi tra rappresentazione e interpretazione». Lavorando in serie parallele, alcune delle quali proseguono per anni, l’artista gioca con le immagini generando illusioni ottiche o ingannando lo spettatore sullo stesso contenuto delle fotografie, che quasi mai rivelano il soggetto rappresentato. Protagonista della fotografia di Ortiz è a tutti gli effetti il luogo, come parte astratta di un’architettura immaginaria sospesa tra reale e astratto. Di contro alla resa di architettura esistenti e riconoscibili (come la serie che ritrae il Guggenheim di Bilbao in costruzione), nella maggior parte dei casi oggetto delle foto è una destrutturazione delle forme che dà vita a luoghi surreali. La serie Modular Mod, elaborata tra 2002 e 2003, presenta fotografie dalle prospettive ingannatrici che ritraggono dettagli architettonici come fossero oggetti scultorei, invitando l’osservatore a leggere lo spazio rappresentato nei suoi dettagli. Le unità della serie, per quanto indipendenti, sono tuttavia pensate per essere esposte combinate in un’unica struttura, attraverso un telaio basculante che può modificarne la sequenza e il punto di vista. (Aurora Tamigio)