Descrizione
"Monologue Patterns" è un guscio abitativo sospeso sopra un albero all’interno del parco antistante il MAGA. Il progetto di Loris Cecchini nasce come idea di mediazione tra la costruzione di un’opera che fosse pensata come un ambiente pubblico, aperto e percorribile da tutti e quella dell’isolamento, della distanza, del raccoglimento. Effettivamente "Monologue Patterns" grazie a questo rivestimento in policarbonato trasparente, che permette dall’interno di vedere l’esterno ma non viceversa, è stato progettato dall’artista come una sorta di spazio dell’immaginazione. Non solo come luogo “speciale” di raccoglimento e punto privilegiato per la visione del parco, ma anche come elemento puramente legato alla visione, come “immagine poetica” capace di stimolare l’immaginario personale: "Monologue Patterns" diviene così una casa sull’albero, una navicella spaziale, una sala di lettura, un luogo di contatto tra l’uomo e la natura. Intervistato da Roberto Pinto durante da costruzione dell’opera nel 2004, Cecchini spiega come “in realtà il lavoro è nato come "Modello immagine", nel senso di un’immagine autonoma nella propria poesia e struttura surreale. L’idea di costruire una forma fortemente artificializzata e portarla poi su di un albero è legata nuovamente all’idea di ibridazione tra due mondi tra loro diversi che entrano in relazione. L’idea di abitabilità della forma la trasporta sul piano della poesia e dell’immaginazione, in cui ritorna la forma come fuga e rifugio, come riparo e luogo di concentrazione”.
L’opera, tra le più conosciute e pubblicate fra le recenti acquisizioni del museo, si inserisce all’interno del percorso dell’artista proprio in relazione alla progettazione da parte di Cecchini di installazioni ambientali capaci di creare un dialogo tra pubblico ed opera, opera e contesto in cui (e grazie a cui) essa sia specificatamente pensata e costruita. (AC)