Descrizione
Il monumentale lavoro riprende formalmente gli archi dei matronei della Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo, per cui è stato originariamente concepito. L’artista realizza con l’utilizzo di oltre quattrocento chili di plastilina industriale delle vetrate fluide e colorate, capaci di richiamare nell’immaginario uno spazio esterno, una finestra da cui poter guardare. L’opera, che in un primo momento può apparire piatta ma ricca di colori mischiati tra loro, si rivela invece costituita da un materiale spesso, segnato dalle impressioni di migliaia di impronte digitali. Plasticine painting sottolinea l’approccio concettuale e ironicamente infantile del fare artistico di Rees, il quale entra nella dimensione del reale con i suoi riferimenti culturali popolari. L’artista è attratto dalla natura meccanica dell’esecuzione del lavoro e dal richiamo a movimenti artistici quale l’arte astratta e quella informale.