Descrizione
Il collettivo Gelitin (precedentemente, Gelatin) si forma nel 1978 a Vienna dall’incontro tra gli artisti austriaci Ali Janka, Florian Rether, Tobias Urban e il tedesco Wolgang Gantner. Le prime esposizioni come collettivo sono del 1993 ma è solo nel 2005, con la partecipazione alla Biennale di Mosca e in occasione del progetto Dyonisiac presso il Centre Pompidou di Parigi, che i quattro artisti arrivano a una definizione del proprio lavoro. Parallelamente a un’azione artistica prettamente performativa, fatta di spettacolo, travestimento, esaltazione del piacere “dionisiaco”, i Gelitin sperimentano supporti più tradizionali nel campo del fotocollage o dell’assemblaggio, in composizioni figurative a tecnica mista. Romi fa parte di una serie di lavori realizzati nel 2006 presso la Galleria Massimo De Carlo di Milano e qui esposti nello stesso anno nella mostra Strozzi Pappolozzi: si tratta di bassorilievi in plastilina (lavorata manualmente e poi disposta per accumulazione su una tavola di legno), che rappresentano ritratti di personaggi vicini al collettivo. La tecnica utilizzata, che riproduce ludicamente l’utilizzo infantile della plastilina, manifesta un’eredità pop nell’ingenua tridimensionalità e nelle forme elementari e coloratissime. Al pari delle opere presentate nello stesso anno a Parigi alla Galerie Emmanuel Perrotin, in particolare l’installazione Qu’ils mangent de la brioche, anche la serie Strozzi Pappolozzi presenta l’ironia buffa e farsesca che caratterizza anche le performance più buffonesche del collettivo. I ritratti in plastilina sembrano riprodurre smorfie comiche o, ancora, appariscenti maschere teatrali. Questa estetica esagerata, eccessiva, contiene tra le righe la polemica nei confronti delle tecniche artistiche convenzionali, alle quali viene preferita una commistione di materiali “poveri” e spesso riciclati: in particolare legno, stoffe o, in questo caso, la modesta plastilina. (Aurora Tamigio)