Descrizione
L’opera Samenkissen di Christinae Löhr, è stata realizzata nel 2006 e consegnata alla Galleria Salvatore+Caroline Ala che la espose in occasione della partecipazione ad Artissima di Torino nello stesso anno. Viene quindi acquistata dall’ultimo proprietario nel 2006 e inserita in una teca trasparente − così come avviene per le opere dell’artista al fine di garantirne l’esposizione e la conservazione. Una retina, dello stesso tipo di quelle che vengono usate dalle signore per fissare le acconciature, è bloccata a un pannello bianco con diversi chiodi che delimitano una circonferenza e trattiene al suo interno dei piccolissimi semi di canna di palude, comunissima pianta che cresce lungo corsi d’acqua. L’elemento naturale ricorre spesso nei lavori dell’artista tedesca anche a seguito della sua formazione. Christiane Löhr studia infatti all’Accademia d’Arte di Dusseldorf frequentando i corsi di Jannis Kounellis, attraverso il quale conosce l’arte povera e il movimento del Naturkunst. Tuttavia l’originalità di Löhr consiste nell’utilizzo esclusivo di materiali naturali: semi, fiori, steli, foglie sono i veri protagonisti dei suoi lavori presentati in tutta la loro purezza. In quest’opera, i semi di canna di palude sono intrappolati in una retina invisibile, scelta dello stesso colore dei semi per accentuare l’effetto di mimesi, che serve a sostenere e mantenere unito l’elemento naturale: i semi raggruppati definiscono una circonferenza tanto soffice e leggera quanto precaria e instabile. La leggerezza e la precarietà delle “sculture” dell’artista tedesca si contrappongono alla pesantezza della scultura tradizionale. Quest’ultima ha inoltre dei confini ben precisi, contorni che ne definiscono la forma mentre le sculture poetiche di Lohr diventano microcosmi naturali, piccoli ambienti che si fondono con lo spazio circostante. Ciò dimostra, inoltre, che l’interesse dell’artista risiede nelle stesse problematiche che interrogano gli scultori più tradizionali, vale a dire l’interazione della forma con lo spazio, nonché l’alternanza di pieni e vuoti che Christiane Lohr indaga utilizzando svariati elementi naturali. (Nicoletta Saveri)