Descrizione
Sin dagli esordi a metà anni Sessanta, Claudio Parmiggiani riflette con la sua opera sulla natura delle immagini, le loro radici culturali e le loro risonanze emotive, utilizzando una gamma ampia di materiali e di media, dalla fotografia al calco, dal frammento all’impronta e all’assemblage. Temi ricorrenti del suo lavoro sono la solitudine, il silenzio, la memoria, un’attitudine che concilia la più profonda spiritualità e il materialismo più radicale. Le sue sculture d’ombra, come sono state definite, spesso evocano corpi e oggetti scomparsi, evitando sempre il puro gioco intellettuale che il più delle volte accompagna i temi dell’assenza e della traccia. La sparizione nella sua opera ha sempre qualcosa di traumatico e spettralmente teatrale: allude alla scomparsa lacerante di cose e persone, bruciate dal rogo della Storia. A partire dal 1970 il materiale prediletto dall’artista è l’ombra, sfuggente e insieme lancinante, che proietta nell’ambiente col metodo della «delocazione», cioè impiegando fuoco, polvere e fumo che rivelano la sagoma di oggetti assenti. Uno dei soggetti più di frequente “trattati” con questo metodo è il libro: forma simbolica dal valore culturale e sapienziale di lunga durata, ma anche solida entità materiale dalla ricca storia formale. Nelle biblioteche invisibili di Parmiggiani il libro diventa figura della mente e della memoria umana e, dunque, di tutto ciò che nel nostro presente non cessa di scomparire, di incenerirsi.