Descrizione
Per comprendere l’opera figurativa e pittorica di Spoldi, occorre pensarla come la punta dell’iceberg di un lavoro più ampio e totale della sfera creativa. Dopo avere esordito negli anni Settanta nell’ambito dell’arte concettuale con cicli di performance di strada, l’artista rivolge il proprio interesse a una figurazione pop, fatta di frammenti assemblati. I personaggi che compaiono sulle tavole spezzettate di Spoldi, di cui l’opera del MAGA è un esempio, sembrano sempre fuoriuscire da una realtà spettacolare, teatrale o circense. E così, in effetti è; “Gina la ballerina”, “Enrico il Verde”, “Pierino Porcospino”, sono tutti personaggi del teatro dell’immaginario di Spoldi, una sorta di spettacolo postmoderno dell’arte, ricco di citazioni letterarie e figurative del Novecento.
Il personaggio di Senza titolo è raffigurato nell’atto di giocare a tennis. Ha l’aspetto del giocoliere, ma il suo gesto è bloccato e l’espressione vuota e grottesca come quella di una marionetta. Il corpo, poi, è trattato come un insieme di forme scomposte alla maniera vagamente cubista, ma senza l’intento avanguardista di ricercare la simultaneità o il dinamismo. Nella corrente del Magico primario, come nella Transavanguardia, o nei Nuovi-nuovi, gruppi nei quali rientra la ricerca degli anni ottanta di Spoldi, si citavano in modo trasversale le maggiori esperienze artistiche del Novecento, dunque anche le avanguardie, seppure svuotate della componente progressista e positivista.
Alla fine degli anni ottanta Spoldi decide di affrontare la terza dimensione, fondendo le precedenti esperienze performative con la pittura. Da un lato ricorre a un’arte plastica come la ceramica, dall’altro dà una dimensione oggettuale, installativa e teatrale ai suoi lavori, di un teatro cabarettistico e non tradizionale o solenne, caratterizzato da provocazione e parodia. (LG)