Descrizione
"They burn it all", una video installazione, mette insieme due performance: la prima messa in scena dall'artista stessa in un paesaggio forestale carbonizzato e la seconda eseguita da dieci cantanti in un teatro municipale di Istanbul. I video sincroni sottolineano il ruolo essenziale dell'ascolto e del parlare nel processo di guarigione. Mentre l'artista striscia con cautela lungo il terreno annerito, ascolta attentamente la terra, ora priva di vita. Questo ciclo infinito del suo viaggio è interrotto da una cantante che cerca di schiarirsi la voce. Allo stesso tempo, la cantante, insieme agli altri nove membri del suo coro, si prepara per un'esibizione. All'inizio, immobili sul palco, guardano avanti a loro, totalmente contrati, come sospesi nel tempo. Non essendo in grado di cantare, ascoltano la loro canzone. La frase "they burn it all" (hanno bruciato tutto) viene interpretata come un lamento; una frase che l'artista sentiva spesso nel corso della sua ricerca nei villaggi colpiti dagli incendi boschivi degli anni '90 durante il conflitto in area curda. Comunque, cantano ogni lettera singolarmente, in una frase spezzata in curdo, una lingua proibita negli anni '90 in Turchia e ancora oggi non usata nella maggior parte dei teatri. E così sentiamo "Her tişt şewitandin", lettera per lettera.