Descrizione
Nell’intensa produzione scultorea di impianto realista, spiccano una serie di opere in marmo, realizzata a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, in cui il corpo umano, la sua anatomia, diviene pretesto per una esplorazione linguistica che si apre alla dimensione astratta. In quest’opera il nudo femminile viene rappresentato come una struttura plastica in torsione nello spazio, perdendo quasi ogni carattere di fisicità. Il gioco sinuoso delle masse, esaltato dalla scelta di una materia preziosa, sottolinea il dinamismo trattenuto che contrassegna la composizione. (Alessandra Rizzi)