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Turi Simeti Trittico giallo

Misure
cm 200 x 58 cad.
Descrizione
Composta da due elementi, l’opera è realizzata con tessuto cirée, vale a dire ricoperto di uno strato cerato, o comunque di una speciale vernice, che conferisce alla superficie un aspetto lucido rendendola impermeabile. L’artista tende questo tessuto su un particolare telaio nella cui porzione inferiore è montato un ovale attraverso il quale realizza l’estroflessione della tela stessa. L’estroflessione inoltre varia di qualche centimetro da un pannello all'altro dando vita così ad una sequenza dinamica. L’opera, come suggerisce il titolo, era composta originariamente da tre pannelli poi smembrati: due acquistati nel 2002 presso la Galleria d’Arte Bergamo; uno comprato da un collezionista di Verona. La composizione originale è documentata anche da uno scatto che riprende l’opera esposta alla Galleria Cadario (Milano) nel 1968 in una personale dell’artista. Turi Simeti firma la suddetta composizione sul retro, riportando anche l’anno 1968. Infatti, è a partire dagli anni Sessanta che l’artista sperimenta un nuovo linguaggio artistico caratterizzato dalla monocromia e dal rilievo, come unici aspetti compositivi. La forma geometrica che predilige è senza dubbio l’ellisse che si ritrova nella grande totalità dei suoi lavori. All’inizio della sua carriera Turi Simeti, di origini siciliane, si dedica a opere polimateriche. Nel 1958 conosce a Roma Alberto Burri e molte altre sono state le influenze che lo spingono a maggiori sperimentazioni in campo materico. Viaggia all’estero, ma dal 1966 si trasferisce a Milano e condivide con altri artisti l’obiettivo di azzerare la tradizione dei codici precostituiti, riducendo rigorosamente gli elementi pittorici. L’ovale diventa quindi una sorta di cifra linguistica che si svilupperà dalle prime forme artigianali presenti nei collage, eseguiti allineando sagome di cartone ritagliato, a quelle più chiare e scandite dei lavori successivi. La riduzione riguarda anche la scelta dei colori, Turi si avvia infatti alla monocromia attraverso la quale far risaltare la luce riflessa sulla superficie dell’opera, trattata fino a risultare traslucida. Dal 1967, le estroflessioni diventano una parte importante della produzione artistica di Turi, prima facendo emergere singoli ovali e poi moltiplicandone la presenza. (Nicoletta Saveri)
Esposta
No
Credit Line
foto: Roberto Marossi
Condizione giuridica
Stato Italiano, in consegna al Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali per la Lombardia - In comodato al Comune di Bergamo per la GAMeC.
Tipologia
Altro
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