Descrizione
Invernomuto è il nome della personalità artistica generata nel 2003 da Simone Bertuzzi (1983) e Simone Trabucchi (1982). Entrambi gli artisti sviluppano inoltre linee di ricerca individuali, con i progetti musicali Palm Wine e STILL.
Invernomuto caratterizza il proprio lavoro per una pratica multidisciplinare in cui l’immagine in movimento e il suono creano connessioni e rapporti di continuità con altri territori d’indagine ed espressivi, dall’installazione all’editoria, dall’interesse per le subcultures e le culture musicali all’attenzione per questioni di carattere storico e geopolitico.
L’opera di Invernomuto è stata esposta in molteplici contesti istituzionali italiani e internazionali: MACRO, Roma; Liverpool Biennial 2021; Pompeii Commitment con il progetto Black Med, vincitore di Italian Council. Tra le mostre personali si ricordano: The Green Parrot, Barcellona; Galleria Nazionale, Roma; NN Contemporary Art, Northampton; Artspeak, Vancouver; Marsèlleria, Milano; ar/ge kunst, Bolzano.
Il loro lavoro è stato inoltre esposto a Tate, Londra; Manifesta 12 Palermo; Villa Medici, Roma; Alserkal Avenue, Dubai; Kunsthalle Wien, Vienna; Museion, Bolzano; Kunstverein München, Monaco di Baviera; Centre d’Art Contemporain, Ginevra; Istituto Italiano di Cultura di Addis Abeba; Centre Pompidou, Parigi; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Hangar Bicocca, Milano; Biennale Architettura 11, Venezia.
Wishes of a G è descritta dagli artisti come “un ritratto ossessivo del Pozzo dei Desideri di Chinatown, Los Angeles”. Si tratta di un’opera enigmatica e frammentaria girata con una fotocamera analogica Hi8 e nata come tributo all’artista americano Mike Kelley, scomparso nel 2012.
Nell’opera assume un ruolo di grande importanza l’elemento sonoro. “La colonna sonora è composta da una linea di synth realizzata con un preset specifico, definito ‘west coast whistle’ (o ‘gfunk synth’, ‘funky worm’, ‘gangsta whine’, ‘gangsta lead’); un suono che ha caratterizzato molti pezzi hip hop prodotti nella West Coast tra anni ’80 e ’90”, scrivono Bertuzzi e Trabucchi.
“In Wishes of a G, il paesaggio californiano è un riverbero di ricordi, una serie di alte frequenze che letteralmente sgusciavano fuori dalle auto che sfrecciavano per la città, l’immagine vibrante di un surreale pozzo dei desideri.”