Descrizione
L’idea esplorata da Cleo Fariselli come presupposto per la produzione di questa opera video è quella dell’“emergenza dilatata”. L’emergenza, ormai topos del contemporaneo, è un paradigma che scandisce il tempo presente, affermatosi come nuovo e paradossale stato di normalità. Questa condizione è diventata, in modo ancor più evidente dopo la pandemia, parte del nostro quotidiano.
Le molteplici, e spesso contraddittorie, voci dei media hanno contribuito a una trasformazione della percezione collettiva dell’emergenza vissuta non più come una condizione di crisi o pericolo acuto, bensì come una tensione costante, modulata in picchi di allarme e di rilascio. Tale tensione, pur fondata su temi urgenti e reali, finisce inevitabilmente per assumere caratteristiche proprie, tendenti ad astrarsi in una sensazione di insicurezza perpetua: un’“emergenza dilatata” appunto.
Esplorando il potere immaginifico degli elementi oggettuali propri degli stati d’emergenza, l’artista dà vita a un mondo a sé stante, illuminato dal lampeggiare incessante delle sirene, creando un nuovo ambiente emotivo, narrativo ed estetico. Meccanismi di sopravvivenza, accuratamente orchestrati per restituire una distorta naturalità, sono sottratti alla propria funzione per divenire dispositivi poetici, protagonisti di un’esplorazione dell’inconscio collettivo contemporaneo, delle sue paure e della sua componente imprevedibile.
Con l’occhio della videocamera, Cleo Fariselli si addentra, osserva e registra questi scenari come se si trattasse della prima ripresa documentaristica di un ecosistema alieno o abissale che rivela misteriose forme di vita laddove non lo si pensava possibile.
La messa in scena del video è ispirata al teatro nero, una particolare espressione del teatro di figura, basata su un principio di illusione ottica dove l’occhio umano non distingue gli attori dallo sfondo, entrambi neri. Grazie a specifiche tecniche e tagli di luce, gli oggetti in scena e i costumi dei performer, che ne trasformano completamente la fisicità, sembrano sospesi, dando l’impressione di muoversi da soli fluttuando nello spazio.