Roma, 1933 – New York (New York, Stati Uniti), 1970
Disegnatore, scenografo teatrale, ma soprattutto pittore, Domenico Gnoli sviluppa tra gli anni Cinquanta e Sessanta una pittura incentrata sulla rappresentazione di oggetti quotidiani – come cravatte, poltrone, dettagli di acconciature e vestiti – che lo avvicina alle coeve ricerche della Pop Art americana, conosciuta durante i numerosi soggiorni negli Stati Uniti. Diversamente da molti artisti Pop, Gnoli non è però interessato alle connessioni fra gli oggetti e il mondo della pubblicità e del consumismo, e li utilizza piuttosto per creare un’atmosfera sospesa di forte straniamento, tipica di certa arte metafisica e surrealista, recuperando la lezione di alcuni maestri italiani del Rinascimento come Piero della Francesca. Grazie al suo linguaggio figurativo, dunque, le suggestioni Pop incontrano la tradizione pittorica italiana.