Ankara (Turchia), 1970
Formatosi come architetto, prima a Chicago e poi a New York, Haluk Akakçe esplora il ruolo della tecnologia nella società contemporanea. I suoi lavori costruiscono un immaginario che vive all’interno dello spazio digitale: botanica, genetica, parti del corpo, elementi astratti biomorfi, evocazioni Moderniste e Nouveau, vengono rielaborati attraverso giochi installativi di animazioni generative. Concepite come digital paintings, le sue opere, proiettate sul muro e trasmesse da schermi al LED in spazi pubblici, interagiscono con lo spazio fisico e si evolvono all’interno di quello liquido.