Descrizione
Nelle sue opere, complesse e contemplative, intese come progetti in corso d’opera, Margherita Moscardini intreccia spazio e tempo, paesaggio e architettura, immagine e illusione. Al centro del suo interesse sono le condizioni che provocano un cambiamento e una mutazione, le relazioni tra processi di trasformazione di ordine urbano, sociale e naturale appartenenti a specifiche aree geografiche, in stato di abbandono o in via di demolizione, in cui il sistema di smaltimento delle macerie diventa paradigmatico delle complessità locali. Il disegno è la planimetria del campo per rifugiati di Za’atari, realizzata utilizzando come pigmento la terra prelevata nell’area semidesertica del governatorato di Mafraq (Giordania). L’opera è parte del progetto multidimensionale The Fountains of Za’atari con il quale, dal 2015, l’artista indaga il campo nelle sue trasformazioni edilizie, nei suoi spazi urbani destinati a durare nel tempo, sebbene nascano come insediamenti d’emergenza per il primo soccorso, come “una città portatrice di un’altra idea di cittadinanza”.