Descrizione
La scultura è parte di una serie derivante da una ricerca sullo stato d’animo dell’individuo precario nella dicotomia tra riflettori e buio, successo e scarto. "I push a finger in my eyes (Kiss, kick, kiss)". Una serie ispirata alla tecnica "Kiss, kick, kiss", utilizzata per comunicare le cattive notizie (ad esempio, un licenziamento) nel mondo del lavoro, che inizia con la lode, passando alla cattiva notizia e finendo con un encomio. Da qui la mia intenzione è quella di creare una sorta di fragile monumento alla precarietà dove una teca di vetro multistrato contiene e protegge (kiss) l'esplosione di un petardo (kick) che si mostra solamente nella sua forma finale e quindi solo ad esplosione avvenuta nella sua meravigliosa fragilità (kiss). Il progetto si conclude con questa serie di sculture in cui sono contenute emozioni come la rabbia e la rassegnazione. Il corpo e l'azione sono omessi, l'immagine è quella di un fantasma, di un evento violento accaduto ma che abbiamo perso, dimenticato o ignorato. Ogni scultura differisce nella forma e nell’allestimento in base alla potenza del petardo esploso e quindi alla resistenza del vetro che ne cambia le dimensioni.