Alfredo Jaar Infinite Cell

dimensione ambiente/dimensions variable

"Infinite Cell" è una testimonianza dell’attenzione dell’artista verso l’attività intellettuale, ed è la riproduzione della cella in cui Antonio Gramsci viene rinchiuso dal 1929 al 1935 e dove scrive i celebri Quaderni dal carcere. Lo spazio è disegnato proprio a partire dalla descrizione che ne fa il prigioniero in questi scritti. L’opera è una metafora delle limitazioni e dell’isolamento a cui è costretto l’intellettuale contemporaneo, mentre gli specchi posti alle pareti della cella, moltiplicando all’infinito l’immagine di chi vi entra, suggeriscono la possibilità di una via di fuga attraverso l’esercizio del pensiero, dotato di un potere di evasione che va al di là delle costrizioni e delle barriere fisiche. In questo senso la figura di Gramsci diventa il simbolo di tutti gli intellettuali e i pensatori che, con la loro azione di resistenza, hanno contribuito al progresso sociale e civile.

No

D. Denegri, Il teatro del dubbio, in Alfredo Jaar. Che cento fiori sboccino, catalogo della mostra (Roma, MACRO - Museo d’Arte Contemporanea di Roma), Roma 2005, p. 86. Alfredo Jaar. SCL 2006, catalogo della mostra (Santiago del Cile, Fundación Telefónica), Barcellona 2006. N. Schweizer (a cura di), Alfredo Jaar. La politique des images, catalogo della mostra (Losanna, Musée Cantonal de Beaux-Arts), Losanna 2007. B. Pietromarchi, G. Scardi (a cura di), Alfredo Jaar. It is difficult, catalogo della mostra (Milano, Hangar Bicocca), Mantova 2008.

Foto Roberto Marossi

Acquisto da Lia Rumma, Napoli

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