Descrizione
Formatosi nel campo delle scienze agrarie, Stefano Arienti si avvicina all’arte alla metà degli anni Ottanta, inaugurando una linea di ricerca sullo statuto e le possibilità dell’immagine tramite una costante sperimentazione di tecniche e materiali. L’interesse per il mondo tessile lo indirizza all’arazzo, al centro del progetto “Retina”, opera prodotta dalla Fondazione Mavina Menegaz per le Arti e le Culture e realizzata nei laboratori dell’Arazzeria Pennese di Penne (Pescara). La tecnica è interpretata in maniera innovativa, adottando un procedimento di tessitura meccanica che interessa immagini fotografiche scattate dall’autore e sottoposte a un processo di elaborazione digitale definito “retinatura”. Il trittico descrive un movimento dall’interno domestico: il letto dell’artista durante una residenza a Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila); all’esterno: il paesaggio di Campo Imperatore sul Gran Sasso; e attraverso una soglia: il pavimento nel museo Dar Batha di Fes, in Marocco.