Mafonso Tempo

Totale installazione: 210 x 80 x 100 cm

Tempo è un’installazione concepita dall’artista per il progetto espositivo Per_formare una collezione. Per un archivio dell'arte in Campania, a cura di Andrea Viliani e Silvia Salvati, tenutosi al museo Madre nel 2018. L'installazione, composta da due opere di datazioni e cicli diversi (Make Make, 1988; Dimore di tutto ciò che è divinissimo e santissimo, 2006) e da una struttura in legno verniciato, si presenta come un dataset, aggiornato al presente, i cui elementi interrogano il passato per cogliere le oscillazioni e le traiettorie degli scenari sociali e politici più attuali. Attraverso la relazione fra gli intagli scultorei e la modulazione dei segni pittorici, Tempo decontestualizza i simulacri di una contemporaneità ferita dando luogo a un’atmosfera in cui natura e cultura, storia e memoria, si incontrano per mostrare la fragilità della vita, la finitudine delle cose stesse, l’affanno effimero del tempo presente, senza cedere alla tentazione di fornire risposte, ma lasciando varchi volontariamente aperti.

No

Mafonso (Frattaminore, NA, 1948 – Caserta, 2019) nei primi anni Settanta vive tra la Svizzera e l’Italia e, da autodidatta, inizia il proprio percorso artistico. Espone per la prima volta nel 1976 con una personale dal titolo Comportamento nel segno, presso la galleria romana Agenzia d’Arte Moderna, attraverso la quale ha l’opportunità di conoscere le opere dei grandi maestri, tra cui Cy Twombly, Lucio Fontana, Alberto Burri, Mirò, Picasso. Alla fine degli anni Settanta è tra i fondatori del gruppo Cosa Mentale, presentato da Maurizio Fagiolo Dell’Arco alla galleria romana Architettura Arte Moderna. Nel 1979 si trasferisce a Roma, dove frequenta gli artisti della Pop art italiana come Tano Festa, Franco Angeli e Mario Schifano, con i quali stabilisce un rapporto di amicizia e uno stimolante confronto intellettuale.

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