Descrizione
Nato a Shanghai nel 1960, Yan Pei-Ming si trasferisce a Parigi a inizio anni Ottanta dove inizia il suo personale percorso di ricerca all’interno della ritrattistica. Elabora opere di grande formato, nei toni del bianco e nero, del rosso e nero, raffiguranti personaggi politici o celebrità del mondo orientale e occidentale: Bruce Lee, il papa, i leader europei fino a raggiungere la consacrazione fra anni Novanta e Duemila con la serie di celebri ritratti di Mao Zedong. A una certa maestosità, Yan Pei-Ming abbina una ricerca più intima legata alla resa dei tratti caratteriali e ai moti d’animo che si celano dietro il personaggio pubblico rappresentato. Alla gamma estremamente limitata di colori si sostituisce, negli anni Duemila, il monocromatico: semplificando la tavolozza, l’attenzione dell’artista è rivolta esclusivamente ai volumi, alla definizione di un tratto ruvido ma preciso. Il bianco e nero diventa così la combinazione prediletta, ciò che lo stesso Yan Pei-Ming definisce «il necessario per esprimere la mia gamma di emozioni». Le dimensioni importanti contribuiscono a conferire ai ritratti un tono epico, quasi sacrale. Per la realizzazione di queste tele imponenti l’artista utilizza grandi pennelli che immerge del tutto nel colore, dipingendo attraverso l’utilizzo di scale che gli permettono di muoversi facilmente su grandi superfici e facendo sì che il colore mantenga sempre una consistenza materica uniforme. I molti strati di pittura a olio sono visibili solo da vicino, mentre a distanza i ritratti mantengono un colore uniforme e maestoso. Il tratto di Yan Pei-Ming è brusco ma allo stesso tempo delicato, sia che affronti la storia e i suoi personaggi oppure ritratti anonimi, come in Victime Juliette C. Questo ritratto si discosta dalla vocazione pop (in qualche modo votata a Warhol) del celebrity portrait delle origini, concentrandosi sulla bambina ritratta e sulle sue espressioni. Le sopracciglia aggrottate, gli occhi spalancati, le labbra chiuse rivelano tutta la paura e il dolore dietro a questo personaggio sconosciuto. La drammaticità del soggetto è accentuata dai segni neri e dalle macchie di colore scuro sparse sulla tela, simili a cicatrici sul volto e sulla tela. (Aurora Tamigio)