Pavia, 1961
Allievo di Luciano Fabro presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Mario Airò fa parte di un gruppo di artisti venuti alla ribalta all’inizio degli anni Novanta. Nella poetica dell’artista il ricorso al cinema, alla musica e alla letteratura si accompagna alla creazione di ambienti multisensoriali dove lo spettatore è indotto a un’esperienza percettiva e immersiva. Comuni nella sua pratica sono infatti le collaborazioni con musicisti, poeti, scrittori, dove l’aspetto performativo si fonde a quello ambientale con frequenti citazioni da opere della storia dell’arte, della musica, del cinema e della letteratura.