Descrizione
Nella logica “dadaista” di manipolazione dell’oggetto d’uso, si colloca "Archivio (Specchio C51)", appartenente a una serie di lavori che Favelli ha cominciato a produrre a partire dal 2003. Costituiti da piccole tessere di vetro nero tagliate a mano, assemblate e ricomposte entro cornici originali di fine Ottocento e inizio Novecento, ciascuno di questi specchi rappresenta l’ennesima variante di una collezione aperta, di un vero e proprio archivio della memoria in cui, da ciascuna tessera, affiorano immagini e ricordi personali. La frammentazione della superficie induce a una riflessione sul concetto di identità come entità polimorfica e inafferrabile, sottolineato dalla cornice ibrida che stravolge lo stile e il gusto dell’epoca dalla quale provengono i due frammenti che la compongono.